mercoledì 26 dicembre 2018

Potrebbe sembrare strano accostare la memoria di Santo Stefano alla nascita di Gesù, perché emerge il contrasto tra la gioia di Betlemme e il dramma di Stefano, lapidato a Gerusalemme nella prima persecuzione contro la Chiesa nascente. In realtà non è così, perché il Bambino Gesù è il Figlio di Dio fattosi uomo, che salverà l’umanità morendo in croce. Ora lo contempliamo avvolto in fasce nel presepe; dopo la sua crocifissione sarà nuovamente avvolto da bende e deposto in un sepolcro. 
FESTA DI SANTO STEFANO PROTOMARTIREPAPA FRANCESCOANGELUSPiazza San PietroMercoledì, 26 dicembre 2018 


FESTA DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE -PAPA FRANCESCO -ANGELUS

Piazza San Pietro - Mercoledì, 26 dicembre 2018


Immagini da internet

venerdì 21 dicembre 2018

Cristo Gesù, Salvatore del mondo e Luce dell’universo

Il Natale ci dona ogni anno la certezza che la luce di Dio continuerà a brillare nonostante la nostra miseria umana;  
la certezza che la Chiesa uscirà da queste tribolazioni, ancora più bella e purificata e splendida. Perché tutti i peccati, le cadute e il male commesso da alcuni figli della Chiesa non potranno mai oscurare la bellezza del suo volto, anzi, danno perfino la prova certa che la sua forza non sta in noi, ma sta soprattutto in Cristo Gesù, Salvatore del mondo e Luce dell’universo, che la ama e ha dato la sua vita per lei, sua sposa.
Il Natale dà la prova che i gravi mali commessi da taluni non potranno mai offuscare tutto il bene che la Chiesa compie gratuitamente nel mondo.  
Il Natale dà la certezza che la vera forza della Chiesa e del nostro lavoro giornaliero, tante volte nascosto – come quello della Curia, dove ci sono dei santi –, sta nello Spirito Santo che la guida e la protegge attraverso i secoli, trasformando perfino i peccati in occasioni di perdono, le cadute in occasioni di rinnovamento, il male in occasione di purificazione e vittoria.
Grazie tante e Buon Natale a tutti!
 DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA CURIA ROMANA PER GLI AUGURI DI NATALE
Sala Clementina- Venerdì, 21 dicembre 2018
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/december/documents/papa-francesco_20181221_curia-romana.html 

Da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2018/12/21/curia-romana.html

domenica 16 dicembre 2018

Capire la realtà della vita

Lavorare con i bambini non è facile, ma ci insegna tanto. A me insegna una cosa: che per capire la realtà della vita, bisogna abbassarsi, come ci abbassiamo per baciare un bambino. Loro ci insegnano questo.
 Saluto del Santo Padre ai bambini assistiti dal Dispensario Pediatrico “Santa Marta”, 16.12.2018
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/12/16/0944/02055.html

mercoledì 12 dicembre 2018

La nostra prima preghiera

La nostra prima preghiera, in un certo senso, è stato il vagito che ha accompagnato il primo respiro. In quel pianto di neonato si annunciava il destino di tutta la nostra vita: la nostra continua fame, la nostra continua sete, la nostra ricerca di felicità.

PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE - Mercoledì, 12 dicembre 2018
Risultati immagini per neonato
Foto da internet

domenica 23 settembre 2018

Il vescovo Sigitas Tamkevičius, oggi emerito di Kaunas


 

«Non ho mai pregato tanto intensamente come in quei momenti – ha raccontato –. Gesù non mi ha lasciato solo». Tamkevičius ricorda il momento dell’arresto: «“Ci hanno scoperto”, ho pensato quel giorno del 1983. ...».

   Gli chiesero il nome e dopo la professione. Rispose: «Sacerdote. Gesuita». Replicarono: «Caspita! È Sigitas, del Comitato per la Difesa dei Credenti, che fa propaganda antisovietica contro lo Stato. Sapevo che non era la mia partecipazione al Comitato a interessarli. Volevano sapere chi erano i redattori de La Cronaca della Chiesa Cattolica in Lituania, e come arrivava all'estero. L’idea della Cronaca era venuta a me e ad altri quattro sacerdoti negli anni Settanta».
   «Avevamo deciso di scrivere dei testi che confortassero i cattolici lituani e facessero conoscere la nostra situazione all’Occidente: non potevamo offrire catechesi né conferenze, né evangelizzare in alcun modo; nelle poche messe permesse c'erano spie del Governo che prendevano nota delle omelie e controllavano le persone che non fossero gli anziani abituali; non si potevano costruire né riparare chiese». ...
«“Non capisco come hai potuto farcela”, mi dicono a volte, pensando che abbia potuto superare tutta quella situazione grazie alle mie forze. Non è così. In carcere sono riuscito a comprare qualche pezzo di pane e ho verificato che era fatto di frumento. Mi mancava solo il vino; in una lettera ho chiesto alla mia famiglia uva passa secca. Da allora dovevo solo trovare un buon momento, sapendo che il mio compagno di cella, come facevano in genere, era un criminale comune al quale promettevano di ridurre la pena se avesse fornito qualche informazione compromettente su di me».
   «Davo le spalle alla porta - ha raccontato Tamkevičius - con l’astuccio degli occhiali sul tavolino; un astuccio giallo di plastica dove avevo collocato un pezzo di pane e un piccolo recipiente con un po' di uva passa. Aspettavo che il compagno di cella si addormentasse e poi, lentamente, iniziavo a spremere l’uva passa tra le dita fino a ottenere qualche goccia di vino che in casi eccezionali risultava valido per celebrare l’eucaristia».
   «Grazie a Dio ho una buona memoria - continuava il vescovo - e ricordavo le preghiere della messa. Dopo la consacrazione, consumando il corpo e il sangue di Cristo, una gioia indescrivibile si impadroniva di me. Sperimentavo una gioia maggiore di quella che avevo provato la prima volta che avevo celebrato la Messa nella cattedrale di Kaunas. Dio mi confortava e mi consolava. Lo sentivo lì, al mio fianco, in modo ineffabile».
 «Celebrare la messa in quelle circostanze - spiegava Tamkevičius - mi dava una forza speciale, senza la quale non avrei potuto resistere. A volte dovevo celebrare steso sul letto, a notte fonda, con le sacre specie sul mio petto, trasformato in altare. Non ho mai pregato tanto intensamente come in quei momenti. È stato un dono di Dio. Non gli chiedevo di liberarmi; confidavo in Lui. Le braccia di Gesù mi sostenevano; non mi ha mai lasciato solo. È sempre stato la mia speranza». 
Da: http://www.lastampa.it/2018/09/23/vaticaninsider/il-gesuita-che-nei-sotterranei-del-kgb-riusc-a-non-tradire-gli-amici-04povDPyaqf3cjzl8syVEJ/pagina.html - Articolo di A.Tornielli

venerdì 3 agosto 2018

Il Dio vero

... E’ bene soffermarsi sul tema dell’idolatria, che è di grande portata e attualità. ...
Stiamo parlando di una tendenza umana, che non risparmia né credenti né atei. Per esempio, noi cristiani possiamo chiederci: quale è veramente il mio Dio? E’ l’Amore Uno e Trino oppure è la mia immagine, il mio successo personale, magari all’interno della Chiesa?...
 Come si sviluppa un’idolatria? Il comandamento descrive delle fasi: «Non ti farai idolo né immagine […]. / Non ti prostrerai davanti a loro / e non li servirai» (Es 20,4-5). ...
Il Dio vero insegna a vivere nella realtà di ogni giorno, nel concreto, non con illusioni sul futuro: oggi e domani e dopodomani camminando verso il futuro. La concretezza del Dio vero contro la liquidità degli idoli. ...
Qual è il mio idolo? Toglilo e buttalo dalla finestra!

PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE - Aula Paolo VI - Mercoledì, 1° agosto 2018

lunedì 25 giugno 2018

Il lavoro “bello” della vita.

... Il lavoro “bello” della vita è la generazione di una persona nuova, l’educazione delle sue qualità spirituali e creative, l’iniziazione all’amore della famiglia e della comunità, la cura delle sue vulnerabilità e delle sue ferite; come pure l’iniziazione alla vita di figli di Dio, in Gesù Cristo. ...
Da dove viene, infatti, il lavoro sporco della morte? Viene dal peccato. Il male cerca di persuaderci che la morte è la fine di ogni cosa, che siamo venuti al mondo per caso e siamo destinati a finire nel niente.  ...
La cultura della vita, infine, deve rivolgere più seriamente lo sguardo alla “questione seria” della sua destinazione ultima. Si tratta di mettere in luce con maggiore chiarezza ciò che orienta l’esistenza dell’uomo verso un orizzonte che lo sorpassa: ogni persona è gratuitamente chiamata «alla comunione con Dio stesso in qualità di figlio e a partecipare alla sua stessa felicità. ... La sapienza cristiana deve riaprire con passione e audacia il pensiero della destinazione del genere umano alla vita di Dio, che ha promesso di aprire all’amore della vita, oltre la morte, l’orizzonte infinito di amorevoli corpi di luce, senza più lacrime. E di stupirli eternamente con il sempre nuovo incanto di tutte le cose “visibili e invisibili” che sono nascoste nel grembo del Creatore. Grazie.
 DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA GENERALE DELLA
PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA -
Sala Clementina - Lunedì, 25 giugno 2018
Da Internet
Pizzocalvo (Idice di San Lazzaro di Savena)

giovedì 21 giugno 2018

Come esseri umani siamo più che pensanti e razionali.

... Conoscere l’universo, almeno in parte; conoscere che cosa sappiamo e che cosa non sappiamo, e come possiamo procedere per sapere di più: questo è il compito dello scienziato. E poi c’è un altro sguardo, quello metafisico, che riconosce la Causa Prima di tutto, nascosta agli strumenti di misurazione. E un altro sguardo ancora, quello della fede, che accoglie la Rivelazione. L’armonia di questi diversi piani di conoscenza ci conduce alla comprensione; e la comprensione – speriamo – ci apre alla Sapienza. ...
Attraverso di noi, creature umane, questo universo può diventare, per così dire, consapevole di sé stesso e di Colui che ci ha creati: è il dono – con la relativa responsabilità – che ci è stato dato come esseri pensanti e razionali in questo cosmo.
Ma come esseri umani siamo più che pensanti e razionali. Siamo anche persone con un senso di curiosità che ci spinge a saperne di più; creature che lavorano per imparare e condividere ciò che hanno imparato, per il gusto di farlo. E siamo persone che amano ciò che fanno e che scoprono nell’amore per l’universo un assaggio di quell’amore divino che, contemplando il creato, ha dichiarato che era buono. ...
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALLA SCUOLA ESTIVA DI ASTROFISICA
PROMOSSA DALLA SPECOLA VATICANA
Sala Clementina - Giovedì, 14 giugno 2018
Da:  http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/june/documents/papa-francesco_20180614_specola-vaticana.html

mercoledì 13 giugno 2018

La verità dei limiti dell'uomo.

Com’è bello essere uomini e donne! Com’è preziosa la nostra esistenza! Eppure c’è una verità che nella storia degli ultimi secoli l’uomo ha spesso rifiutato, con tragiche conseguenze: la verità dei suoi limiti.
PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE - Piazza San Pietro - Mercoledì, 13 giugno 2018


martedì 5 giugno 2018

Gesù prepara per noi e chiede anche a noi di preparare.

Che cosa prepara Gesù per noi? Prepara un posto e un cibo.
Un posto, molto più degno della «grande sala arredata» del Vangelo. È la nostra casa spaziosa e vasta quaggiù, la Chiesa, dove c’è e ci dev’essere posto per tutti. Ma ci ha riservato anche un posto lassù, in paradiso, per stare insieme con Lui e tra di noi per sempre. Oltre al posto ci prepara un cibo, un Pane che è Lui stesso: «Prendete, questo è il mio corpo» (Mc 14,22). Questi due doni, il posto e il cibo, sono ciò che ci serve per vivere. Sono il vitto e l’alloggio definitivi. Entrambi ci vengono dati nell’Eucaristia. Cibo e posto. ...
Cari fratelli e sorelle, scegliamo questo cibo di vita: mettiamo al primo posto la Messa, riscopriamo l’adorazione nelle nostre comunità! Chiediamo la grazia di essere affamati di Dio, mai sazi di ricevere ciò che Egli prepara per noi. ...
SANTA MESSA E PROCESSIONE EUCARISTICA
NELLA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
SANTA MESSA - OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Chiesa di Santa Monica (Ostia) - Domenica, 3 giugno 2018
 

domenica 3 giugno 2018

La solennità del Corpus Domini.

... la comunità cristiana si raduna ogni domenica, e ogni giorno, intorno all’Eucaristia, sacramento del Sacrificio redentore di Cristo. E attratti dalla sua presenza reale, i cristiani lo adorano e lo contemplano attraverso l’umile segno del pane diventato il suo Corpo. ...
La presenza di Gesù vivo nell’Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell’uomo. ...
PAPA FRANCESCO - ANGELUS - Piazza San Pietro - Solennità del Corpus Domini - Domenica, 3 giugno 2018

 

sabato 2 giugno 2018

La cultura delle coperture è incompatibile col Vangelo.

«Invito tutti i centri di formazione religiosa, le facoltà teologiche, gli istituti terziari, i seminari, le case di formazione e di spiritualità a promuovere una riflessione teologica che sia capace di essere all’altezza del tempo presente, di promuovere una fede matura, adulta, che assuma l’humus vitale del popolo di Dio con le sue ricerche e le sue domande». Francesco vuole così «promuovere comunità capaci di lottare contro le situazioni di abuso; comunità nelle quali lo scambio, la discussione, il confronto siano benvenuti. Saremo fecondi nella misura in cui potenzieremo comunità aperte dal loro interno e così si libereranno dei pensieri chiusi e autoreferenziali pieni di promesse e miraggi che promettono vita ma che in definitiva favoriscono la cultura dell’abuso». 
...
«Questa certezza ci muove - conclude il Pontefice - a impegnarci per generare una cultura nella quale ogni persona abbia diritto di respirare un’aria libera da ogni tipo di abuso. Una cultura libera dalle coperture che finiscono col viziare tutte le nostre relazioni. Una cultura che di fronte al peccato generi una dinamica di pentimento, misericordia e perdono. E di fronte al delitto, la denuncia, il giudizio e la sanzione». Cioè l’opposto del silenzio, della copertura, del discredito delle vittime, della difesa autoreferenziale con atteggiamenti da casta, che si sono purtroppo registrati in Cile, e non solo in Cile. 
Lettera di Papa Francesco al popolo del Cile, un testo di otto cartelle datato 31 maggio 201 :
 

venerdì 1 giugno 2018

Un’altra persecuzione oggi nel mondo

«La persecuzione è un po’ “l’aria” della quale vive il cristiano anche oggi, perché anche oggi ci sono tanti, tanti martiri, tanti perseguitati per amore a Cristo». ...

«Ma c’è un’altra persecuzione oggi nel mondo: un’altra persecuzione non ai cristiani per essere cristiani, ma a ogni uomo e donna perché sono l’immagine vivente di Dio» ...
«dietro ogni persecuzione, sia a cristiani sia agli umani, c’è il diavolo, c’è il demonio che cerca di distruggere la confessione di Cristo nei cristiani e l’immagine di Dio nell’uomo e nella donna». ...
Il diavolo «dall’inizio ha cercato — possiamo leggerlo nel libro della Genesi — di distruggere quell’armonia tra uomo e donna che il Signore ha creato, quell’armonia che deriva dall’esser l’immagine e la somiglianza di Dio». Ed «è riuscito a farlo con l’inganno, la seduzione, con le armi che lui utilizza: sempre fa così». Ma «anche oggi c’è una forza, io direi un accanimento contro l’uomo e la donna, perché altrimenti non si spiegherebbe questa ondata in crescita delle distruzioni all’uomo e alla donna, all’umano». ...
È in atto «una persecuzione contro l’uomo e la donna per distruggerli». ...
«Il Signore ha capito bene questo cammino: quello che vuole il demonio è la distruzione della dignità e per questo perseguita» ... «Il Signore — ha sottolineato — ha capito bene quando il diavolo lo portò su, sopra il tempio. Gli ha fatto vedere tutti i regni della terra: “Questo sarà tuo se tu adori me, se tu rinneghi di essere immagine di Dio”». ...

«Noi non dobbiamo permetterci di essere ingenui». «Oggi nel mondo non solo i cristiani sono perseguitati: gli umani, l’uomo e la donna, perché il padre di ogni persecuzione non tollera che siano immagine e somiglianza di Dio. E attacca e distrugge quell’immagine»... «non è facile da capire questo, ci vuole tanta preghiera per capirlo»... «che il Signore, oggi, ci faccia capire ciò, questa grande persecuzione culturale tramite le colonizzazioni culturali, tramite la guerra, tramite la fame, tramite la schiavitù. Che il Signore ci faccia capire: oggi il mondo è un mondo di schiavi; non è facile essere libero, oggi»...
«il Signore ci dia la grazia di lottare contro questo e ripristinare con la forza di Gesù Cristo — perché lui è venuto per questo, per ricreare, per ripristinare — l’immagine di Dio che è in tutti noi».

PAPA FRANCESCO - MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE
Messa a Santa Marta - Venerdì, 1 giugno 2018
Da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2018/documents/papa-francesco-cotidie_20180601_messa-santa-marta.html
 

lunedì 14 maggio 2018

Ritrovare le radici

... Erano tutti lì ad aspettarmi; quando sono arrivato, come fanno i giovani, hanno fatto chiasso. Io mi sono avvicinato per salutarli e pochi davano la mano: la maggioranza erano con il telefonino: foto, foto, foto… Selfie. Ho visto che la loro realtà è quella: quello è il mondo reale, non il contatto umano. E questo è grave. Sono giovani “virtualizzati”. Il mondo delle comunicazioni virtuali è una cosa buona, ma quando diventa alienante ti fa dimenticare di dare la mano. ... Ti salutavano così. Dobbiamo fare “atterrare” i giovani nel mondo reale. Toccare la realtà. Senza distruggere le cose buone che può avere il mondo virtuale, perché servono. E’ importante questo: la realtà, la concretezza. Per questo torno su una cosa che ho detto ...: le opere di misericordia aiutano tanto i giovani. Fare qualcosa per gli altri, perché questo li concretizza, li fa “atterrare”. Ed entrano in un rapporto sociale 
... Devono ritrovare le radici, attraverso il dialogo con i vecchi, con gli anziani, perché i genitori sono di una generazione per la quale le radici non sono molto salde. Ma si può andare al dialogo con i vecchi, con gli anziani. Non dimentichiamo quello che dice il poeta: “Tutto quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha sotto terra”: andare alle radici. Uno dei problemi, a mio giudizio, più difficili, oggi, dei giovani è questo: che sono sradicati. Devono ritrovare le radici, senza andare indietro: devono ritrovarle per andare avanti. 
 INCONTRO DEL SANTO PADRE FRANCESCO CON LA DIOCESI DI ROMA
Basilica di San Giovanni in Laterano - Lunedì, 14 maggio 2018


martedì 8 maggio 2018

“Mamma, mamma... ho paura!”

... dall’evangelista Giovanni: «Il principe di questo mondo è già condannato». Infatti il demonio «è un condannato, è uno sconfitto, è un incatenato che sta per morire»; ma, ha denunciato il Pontefice, «è capace di fare delle stragi. E noi dobbiamo pregare, fare penitenza, non avvicinarci, non dialogare con lui. E alla fine, andare dalla madre, come i bambini», visto che «quando i bambini hanno paura, vanno dalla mamma: “Mamma, mamma... ho paura!”, quando fanno dei sogni... vanno dalla mamma». E per il cristiano la mamma è «la Madonna; lei ci custodisce». Perciò «i padri della Chiesa, soprattutto i mistici russi, dicono — ha pregato Francesco — “nel tempo delle turbazioni spirituali, rifugiarsi sotto il manto delle grande Madre di Dio”. Andare dalla Madre».
 PAPA FRANCESCO - MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE
Davanti alle tentazioni - Martedì, 8 maggio 2018
Immagine tratta da internet

lunedì 30 aprile 2018

La grande certezza

...  «In questo lungo discorso di congedo, a tavola con i discepoli, ci sono passi che possiamo chiamare il “dialogo fra le curiosità e la certezza”» ha affermato.  ... 
«Ma torniamo a queste buone curiosità degli Apostoli» ha rilanciato il Pontefice. In fondo «vogliono sapere di Gesù, cosa accadrà, succederà». E così «anche all’ultimo momento, Gesù stava per andarsene in cielo, dicono “adesso viene la rivoluzione, adesso tu farai il regno”». È «la curiosità di conoscere e la certezza: il dialogo fra curiosità e certezze». Ecco infatti che «Gesù risponde dando certezze: “No guardate, questo è così, io vado là”». Ci sono «tante risposte in questo lungo discorso a tavola, e non è solo un discorso: è una conversazione fra loro». Ma «Gesù risponde sempre con certezze: mai, mai inganna. Mai!».
«Piccole certezze, ma certezze» ha ripetuto Francesco. E «la certezza viene riassunta alla fine del passo del Vangelo che abbiamo letto e ascoltato» ha spiegato il Papa, riferendosi al brano di Giovanni (14, 21-26). Che Francesco ha definito «la grande certezza». ...
«Così questo dialogo fra curiosità umane e certezza — ha affermato il Papa — finisce in questa frase di Gesù» a proposito del Paràclito: «Lui vi insegnerà tutto, e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Il Paràclito è il «compagno della memoria, il compagno maestro», che «ci dà la luce e ci conduce dove c’è la felicità fissa, quella che non si muove, come abbiamo pregato nella orazione colletta».
Papa Francesco - Santa Marta, 30 aprile 2018
Da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2018/documents/papa-francesco-cotidie_20180430_la-grande-certezza.html


martedì 24 aprile 2018

Tornata a Praga la salma del cardinale Josef Beran

Centinaia di fedeli della Repubblica Ceca sono arrivati lo scorso weekend nella cattedrale di San Vito a Praga per rendere omaggio al cardinale Josef Beran, la cui salma è stata trasportata venerdì dal Vaticano a Praga, dove morì in esilio nel 1969.
La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Dominik Duka OP, che - riferiscono siti locali -, per sottolineare la solennità del momento, è entrato nella chiesa scalzo. Il feretro dell’arcivescovo, che sarà sepolto questa sera nella cappella di Santa Agnese della cattedrale, è stato trasportato da alcuni seminaristi. ...
È stato Papa Francesco ad approvarla all’inizio del 2018. A Plzeň, città natale del porporato, è stata posta nella cattedrale di San Bartolomeo una targa commemorativa trasferita dalla tomba temporanea di San Pietro. 
Da : http://www.lastampa.it/2018/04/23/vaticaninsider/tornata-a-praga-la-salma-del-cardinale-josef-beran-J1SOEBTks4hsHCpYHpwkbJ/pagina.html

 

mercoledì 4 aprile 2018

In paradiso gusteremo pienamente la beatitudine del banchetto di nozze dell’Agnello

... Messa, che è proprio la commemorazione, ma non soltanto come memoria, si vive di nuovo la Passione e la Risurrezione di Gesù. ...
Non dobbiamo dimenticare che celebriamo l’Eucaristia per imparare a diventare uomini e donne eucaristici. ...
In verità, accrescendo la nostra unione a Cristo, l’Eucaristia aggiorna la grazia che lo Spirito ci ha donato nel Battesimo e nella Confermazione, affinché sia credibile la nostra testimonianza cristiana (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1391-1392).
Ancora, accendendo nei nostri cuori la carità divina, l’Eucaristia cosa fa? Ci separa dal peccato: «Quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci è difficile separarci da Lui con il peccato mortale» (cfr CCC., 1395).
Il regolare accostarci al Convito eucaristico rinnova, fortifica e approfondisce il legame con la comunità cristiana a cui apparteniamo, secondo il principio che l’Eucaristia fa la Chiesa (cfr CCC, 1396), ci unisce tutti.
Infine, partecipare all’Eucaristia impegna nei confronti degli altri, specialmente dei poveri, educandoci a passare dalla carne di Cristo alla carne dei fratelli, in cui egli attende di essere da noi riconosciuto, servito, onorato, amato (cfr CCC, 1397)
Portando il tesoro dell’unione con Cristo in vasi di creta (cfr 2 Cor 4,7), abbiamo continuo bisogno di ritornare al santo altare, fino a quando, in paradiso, gusteremo pienamente la beatitudine del banchetto di nozze dell’Agnello (cfr Ap 19,9).
 PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro - Mercoledì, 4 aprile 2018
Beata Imelda Lambertini, OP (Bologna)
 
 

venerdì 23 marzo 2018

"Questo era Stephen: spingersi audacemente dove Star Trek non osa"

La nostra mente è in grado di conoscere l'universo, affidato fin dal principio da Dio Creatore ai nostri Progenitori, Adamo ed Eva.
L'universo era il giardino, la casa comune del genere umano, consegnato in custodia ai nostri Progenitori, e con loro alla loro discendenza, cioè a tutto il genere umano.
Con il peccato originale, l'uomo ha perso l'immortalità e la scienza infusa, i doni chiamati preternaturali.
L'anima umana resta ed è in grado di scutare e di scoprire ...

Trovare le prove dell'esistenza di altri universi: è questa l'ultima sfida lanciata dal fisico Stephen Hawking, che pochi giorni prima di morire avrebbe sottoposto alla revisione di un'importante rivista scientifica un nuovo studio in cui pone le basi matematiche di questa impresa insieme a Thomas Hertog, fisico dell'Universita' Cattolica di Lovanio in Belgio. ...
"E' uno scenario dove non esiste un unico universo, ma un proliferare di universi, una specie di grande brodo primordiale dove ogni tanto c'e' una bolla che cresce a dismisura dando origine a uno degli universi possibili", spiega Massimo Pietroni, docente di fisica astroparticellare all'Università di Parma e ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). "Questo scenario e' chiamato multiverso e prevede che il nostro sia solo uno degli universi possibili. Da qui Hawking si chiede quanto sia probabile che nasca un universo omogeneo e regolare come il nostro e, attraverso un approccio moderno che tiene conto sia degli effetti gravitazionali che quantistici, arriva a dire che e' piu' probabile del previsto, mentre il numero di universi possibili sarebbe piu' basso di quelle cifre enormi stimate finora". ...
Foto: da internet
 
 

sabato 17 marzo 2018

Prima di tutto: «Ti rendo lode, Padre»

... San Pio, ... in eredità ha voluto lasciarci la preghiera. Raccomandava: «Pregate molto, figli miei, pregate sempre, senza mai stancarvi» (Parole al 2° Convegno internazionale dei gruppi di preghiera, 5 maggio 1966).
... Quanto abbiamo dimenticato noi la preghiera di adorazione, la preghiera di lode! Dobbiamo riprenderla. ...
la preghiera è un gesto di amore, è stare con Dio e portargli la vita del mondo: è un’indispensabile opera di misericordia spirituale. E se noi non affidiamo i fratelli, le situazioni al Signore, chi lo farà? Chi intercederà, chi si preoccuperà di bussare al cuore di Dio per aprire la porta della misericordia all’umanità bisognosa? ...

Il mistero di Gesù, come vediamo nell’Ostia ad ogni Messa, è mistero di piccolezza, di amore umile, e si coglie solo facendosi piccoli e frequentando i piccoli. ...
Chi si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio e vince la cultura dello scarto, che, al contrario, predilige i potenti e reputa inutili i poveri. Chi preferisce i piccoli proclama una profezia di vita contro i profeti di morte di ogni tempo, anche di oggi, che scartano la gente, scartano i bambini, gli anziani, perché non servono. Da bambino, alla scuola, ci insegnavano la storia degli spartani. A me sempre ha colpito quello che ci diceva la maestra, che quando nasceva un bambino o una bambina con malformazioni, lo portavano sulla cima del monte e lo buttavano giù, perché non ci fossero questi piccoli. Noi bambini dicevamo: “Ma quanta crudeltà!”. Fratelli e sorelle, noi facciamo lo stesso, con più crudeltà, con più scienza. Quello che non serve, quello che non produce va scartato. Questa è la cultura dello scarto, i piccoli non sono voluti oggi. E per questo Gesù è lasciato da parte. ...

San Pio ha offerto la vita e innumerevoli sofferenze per far incontrare il Signore ai fratelli. E il mezzo decisivo per incontrarlo era la Confessione, il sacramento della Riconciliazione. Lì comincia e ricomincia una vita sapiente, amata e perdonata, lì inizia la guarigione del cuore. Padre Pio è stato un apostolo del confessionale. Anche oggi ci invita lì; e ci dice: “Dove vai? Da Gesù o dalle tue tristezze? Dove torni? Da colui che ti salva o nei tuoi abbattimenti, nei tuoi rimpianti, nei tuoi peccati? Vieni, vieni, il Signore ti aspetta. Coraggio, non c’è nessun motivo così grave che ti escluda dalla sua misericordia”. ...
 CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA - OMELIA DEL SANTO PADRE

Sagrato della Chiesa di San Pio da Pietrelcina (San Giovanni Rotondo) - Sabato, 17 marzo 2018
Da:http://www.photogallery.va/content/photogallery/it/eventi/pietrelcina-sangiovannirotondo2018.html

Per “respirare un po’ di aria più sana”.

... fra Pio da Pietrelcina. Qui egli cominciò a sperimentare la maternità della Chiesa, della quale fu sempre figlio devoto. Amava la Chiesa, amava la Chiesa con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati. Perché tutti noi siamo peccatori, ci vergogniamo, ma lo Spirito di Dio ci ha convocato in questa Chiesa che è santa. E lui amava la Chiesa santa e i figli peccatori, tutti. Questo era san Pio. Qui meditò con intensità il mistero di Dio che ci ha amati fino a dare Sé stesso per noi (cfr Gal 2,20). ...
risiedeva nel suo paese natale per motivi di salute. Quello non fu, per lui, un periodo facile: era fortemente tormentato nell’intimo e temeva di cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio. E questo non dà pace, perché si muove [si dà da fare]. Ma voi credete che il demonio esiste?... Non siete tanto convinti? Dirò al vescovo di fare delle catechesi... Esiste o non esiste il demonio? [rispondono: “Sì!”]. E va, va da ogni parte, si mette dentro di noi, ci muove, ci tormenta, ci inganna. E lui [P. Pio], aveva paura che il demonio lo assalisse, lo spingesse al peccato. Con pochi poteva parlarne sia per via epistolare sia in paese ...
In quei terribili momenti padre Pio trasse linfa vitale dalla preghiera continua e dalla fiducia che seppe riporre nel Signore: «Tutti i brutti fantasmi – così diceva – che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù». Qui c’è tutta la teologia! Tu hai un problema, tu sei triste, sei ammalato: abbandonati nelle braccia di Gesù. E questo ha fatto lui. Amava Gesù e si fidava di Lui. Così scriveva al Ministro provinciale, asserendo che il proprio cuore si sentiva «attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento»...
 INCONTRO CON I FEDELI - DISCORSO DEL SANTO PADRE

Piazzale antistante l'Aula liturgica di Piana Romana, Pietrelcina - Sabato, 17 marzo 2018

sabato 10 marzo 2018

Come è difficile lasciarsi amare davvero!

Sappiamo che la condizione di peccato ha come conseguenza la lontananza da Dio. E, in effetti, il peccato è una modalità con cui noi ci allontaniamo da Lui. Ma questo non significa che Lui si allontani da noi.
     È questa speranza che spinge a prendere coscienza del disorientamento che spesso prende la nostra esistenza, proprio come è avvenuto a Pietro ...: «E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E, uscito fuori, pianse amaramente» (Mt 26,74-75). L’evangelista è estremamente sobrio. Il canto del gallo sembra cogliere un uomo ancora confuso, poi egli si ricorda delle parole di Gesù e finalmente si spezza il velo e Pietro comincia a intravedere tra le lacrime che Dio si rivela nel Cristo schiaffeggiato, insultato, rinnegato da lui ma che per lui va a morire. Pietro, che avrebbe voluto morire per Gesù, adesso comprende che deve lasciare che Egli muoia per lui. Pietro voleva insegnare al suo Maestro, voleva precederlo, invece è Gesù che va a morire per Pietro; e Pietro questo non lo aveva capito, non lo aveva voluto capire. 
    Pietro si accorge che aveva sempre rifiutato di lasciarsi amare, aveva sempre rifiutato di lasciarsi salvare pienamente da Gesù, e quindi non voleva che Gesù lo amasse del tutto.
Papa Francesco
Da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2018/documents/papa-francesco_20180309_celebrazione-penitenziale.html

sabato 3 marzo 2018

Dai 4 luoghi

Dai 4 luoghi

Ecco il suono delle trombe dell’ultimo giorno.
Ecco il moto finale del cosmo e l’inizio del moto ultimo dei cieli e terra nuovi.

Le cose, che sono perché in principio “Dio disse”, ora sono tutte qui, convocate alla presenza di Colui, che “in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.

martedì 20 febbraio 2018

Ho qui le vostre domande

E ora vorrei rispondere alle vostre domande. Lo farò come posso, perché mai si può rispondere del tutto a una domanda che viene dal cuore. In queste domande la parola che voi usate di più è “perché?”: ci sono molti “perché?”. Ad alcuni di questi “perché?” posso dare una risposta, ad altri no, solo Dio può darla. Nella vita ci sono tanti “perché?” ai quali non possiamo rispondere. Possiamo soltanto guardare, sentire, soffrire e piangere.
 Perché la vita è così difficile e tra noi amici litighiamo spesso? 
 I tuoi “perché?” hanno una risposta: è il peccato, l’egoismo umano
 Perché noi abbiamo avuto questa sorte?
 Sai, ci sono “perché?” che non hanno risposta. Per esempio: perché soffrono i bambini? Chi può rispondere a questo? Nessuno. Il tuo “perché?” è uno di quelli che non hanno una risposta umana, ma solo divina. ...
Papa Francesco
Udienza ai ragazzi romeni aiutati dalla ONG “FDP protagonisti nell’educazione” 
(4 gennaio 2018), 19.02.2018
Da: http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/02/19/0140/00287.html
 

martedì 6 febbraio 2018

Paolo VI santo

Paolo VI santo, i cardinali approvano il miracolo


Approvato oggi l’ultimo passo della Congregazione vaticana, il riconoscimento della guarigione di un feto. Manca ora la decisione finale di Francesco e l’annuncio della data della canonizzazione: probabilmente in ottobre. ...
la coppia decide di affidare la difficile gravidanza all'intercessione di Paolo VI che sarebbe stato beatificato ... proprio in virtù di un miracolo operato su un feto
    Immagini 
    da Internet

martedì 9 gennaio 2018

Tracce del peccato originale


«io mi domando: cosa c’è dentro queste persone? Cosa c’è dentro di noi, che ci porta a disprezzare, a maltrattare, a farci beffa dei più deboli?». In effetti «si capisce, al limite, che uno se la prenda con uno che è più forte: può essere l’invidia che ti porta». Ma perché prendersela con «i più deboli? Cosa c’è dentro che ci porta a comportarci così?». Si tratta di «una cosa che è abituale, come se io avessi bisogno di disprezzare l’altro per sentirmi sicuro. Come una necessità». ...
«Si tratta di un’aggressione che viene da dentro e vorrebbe annientare l’altro perché è debole» ha rilanciato il Papa. «Gli psicologi daranno spiegazioni buone, profonde — ha aggiunto — ma io soltanto dico» che lo fanno «anche i bambini»; e «questa è una delle tracce del peccato originale, questa è opera di Satana». Così «come quando abbiamo un buon desiderio di fare un’opera buona, un’opera di carità, diciamo: “È lo Spirito Santo che mi ispira a fare questo”. Quando noi ci accorgiamo che abbiamo dentro di noi questo desiderio di aggredire quello perché è debole, non dubitiamo: c’è il diavolo, lì. Perché questa è opera del diavolo, aggredire il debole».   ...

PAPA FRANCESCO - MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE
Se si offendono i deboli - Lunedì, 8 gennaio 2018
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2018/documents/papa-francesco-cotidie_20180108_se-si-offendono-i-deboli.html