«Invito tutti i centri di formazione religiosa, le facoltà teologiche,
gli istituti terziari, i seminari, le case di formazione e di
spiritualità a promuovere una riflessione teologica che sia capace di
essere all’altezza del tempo presente, di promuovere una fede matura,
adulta, che assuma l’humus vitale del popolo di Dio con le sue ricerche e
le sue domande». Francesco vuole così «promuovere comunità capaci di lottare contro le situazioni di abuso;
comunità nelle quali lo scambio, la discussione, il confronto siano
benvenuti. Saremo fecondi nella misura in cui potenzieremo comunità
aperte dal loro interno e così si libereranno dei pensieri
chiusi e autoreferenziali pieni di promesse e miraggi che promettono
vita ma che in definitiva favoriscono la cultura dell’abuso».
...
«Questa certezza ci muove - conclude il Pontefice - a impegnarci per generare una cultura nella quale ogni persona abbia diritto di respirare un’aria libera da ogni tipo di abuso.
Una cultura libera dalle coperture che finiscono col viziare tutte le
nostre relazioni. Una cultura che di fronte al peccato generi una
dinamica di pentimento, misericordia e perdono. E di fronte al delitto,
la denuncia, il giudizio e la sanzione». Cioè l’opposto del silenzio,
della copertura, del discredito delle vittime, della difesa
autoreferenziale con atteggiamenti da casta, che si sono purtroppo
registrati in Cile, e non solo in Cile.
Lettera di Papa Francesco al popolo del Cile, un testo di otto cartelle datato 31 maggio 201 :
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