San Paolo, ha proseguito il Papa, sottolinea che “la nostra battaglia” non è contro cose piccole, “ma contro i principati e le potenze, cioè contro il diavolo e i suoi”.
“Ma a questa generazione – a tante
altre – hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura,
un’idea, l’idea del male. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare
contro di lui. Lo dice Paolo, non lo dico io! La Parola di Dio lo dice.
Ma noi non siamo tanto convinti. E poi Paolo dice com’è questa armatura
di Dio, quali sono le diverse armature, che fanno questa grande armatura
di Dio. E lui dice: ‘State saldi, dunque, state saldi, attorno ai
fianchi la verità’. Questa è un’armatura di Dio: la verità”.
http://www.news.va/it/news/il-papa-il-diavolo-non-e-un-mito-va-combattuto-con
giovedì 30 ottobre 2014
lunedì 27 ottobre 2014
La creazione
State affrontando il tema altamente complesso dell’evoluzione del
concetto di natura. ...
Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così. Egli ha creato gli esseri e li ha lasciati sviluppare secondo le leggi interne che Lui ha dato ad ognuno, perché si sviluppassero, perché arrivassero alla propria pienezza. Egli ha dato l’autonomia agli esseri dell’universo al tempo stesso in cui ha assicurato loro la sua presenza continua, dando l’essere ad ogni realtà.
E così la creazione è andata avanti per secoli e secoli, millenni e millenni finché è diventata quella che conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà l’essere a tutti gli enti. L’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore. Il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono.
Per quanto riguarda l’uomo, invece, vi è un cambiamento e una novità. Quando, al sesto giorno del racconto della Genesi, arriva la creazione dell’uomo, Dio dà all’essere umano un’altra autonomia, un’autonomia diversa da quella della natura, che è la libertà. E dice all’uomo di dare il nome a tutte le cose e di andare avanti nel corso della storia. Lo rende responsabile della creazione, anche perché domini il Creato, perché lo sviluppi e così fino alla fine dei tempi. ...
Ma è anche vero che l’azione dell’uomo, quando la sua libertà diventa autonomia – che non è libertà, ma autonomia – distrugge il creato e l’uomo prende il posto del Creatore. E questo è il grave peccato contro Dio Creatore. ...
Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così. Egli ha creato gli esseri e li ha lasciati sviluppare secondo le leggi interne che Lui ha dato ad ognuno, perché si sviluppassero, perché arrivassero alla propria pienezza. Egli ha dato l’autonomia agli esseri dell’universo al tempo stesso in cui ha assicurato loro la sua presenza continua, dando l’essere ad ogni realtà.
E così la creazione è andata avanti per secoli e secoli, millenni e millenni finché è diventata quella che conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà l’essere a tutti gli enti. L’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore. Il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono.
Per quanto riguarda l’uomo, invece, vi è un cambiamento e una novità. Quando, al sesto giorno del racconto della Genesi, arriva la creazione dell’uomo, Dio dà all’essere umano un’altra autonomia, un’autonomia diversa da quella della natura, che è la libertà. E dice all’uomo di dare il nome a tutte le cose e di andare avanti nel corso della storia. Lo rende responsabile della creazione, anche perché domini il Creato, perché lo sviluppi e così fino alla fine dei tempi. ...
Ma è anche vero che l’azione dell’uomo, quando la sua libertà diventa autonomia – che non è libertà, ma autonomia – distrugge il creato e l’uomo prende il posto del Creatore. E questo è il grave peccato contro Dio Creatore. ...
SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DI
UN BUSTO IN ONORE DI PAPA BENEDETTO XVI
UN BUSTO IN ONORE DI PAPA BENEDETTO XVI
Casina Pio IV - Lunedì, 27 ottobre 2014
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Papa Francesco
martedì 14 ottobre 2014
“Laudare, benedicere, praedicare”
Inno ufficiale del Giubileo dell’Ordine - 2016
Inno ufficiale del Giubileo dell’Ordine - 2016
In
preparazione al Giubileo dell’Ordine, la Commissione Liturgica ha
indetto un concorso per l’inno ufficiale del Giubileo stesso.
La Commissione ha chiesto ai frati, alle suore, ai laici domenicani e ad altri compositori esterni di partecipare al concorso.
Una giuria internazionale di esperti musicali, interni ed esterni all’Ordine, ha scelto l’inno “Laudare, benedicere, predicare” composto dal confratello Giuseppe Pietro Arsciwal, OP, della Provincia delle Filippine.
Ci
congratuliamo con fra Giuseppe Pietro, ed estendiamo i nostri sinceri
ringraziamenti a tutti coloro che hanno partecipato al concorso.
Tutti i membri della Famiglia domenicana sono così invitati a scaricare e ad usare l’inno del Giubileo.
Da: http://www.domenicani.it/provincia_san_domenico_in_italia/segnalazioni_eventi/00001034_Laudare__benedicere__praedicare.html
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Santi e Beati
mercoledì 8 ottobre 2014
Il logo dell’anno della vita consacrata
Il logo per l’anno della vita
consacrata — opera della pittrice Carmela Boccasile, che condivide il suo
lavoro artistico col marito Lillo Dellino e col figlio Dario — esprime per
simboli i valori fondamentali della consacrazione religiosa. In essa si
riconosce l’«opera incessante dello Spirito Santo, che nel corso dei secoli
dispiega le ricchezze della pratica dei consigli evangelici attraverso i
molteplici carismi, e anche per questa via rende perennemente presente nella
Chiesa e nel mondo, nel tempo e nello spazio, il mistero di Cristo» (Vita
consecrata, 5).
Nel
segno grafico che profila la colomba s’intuisce l’arabo “pace”: un richiamo
alla vocazione della vita consacrata a essere esempio di riconciliazione universale
in Cristo.
Le
acque, formate da tessere di mosaico, indicano la complessità e l’armonia degli
elementi umani e cosmici che lo Spirito fa “gemere” secondo i misteriosi
disegni di Dio (cfr. Romani 8, 26-27) perché convergano nell’incontro ospitale
e fecondo che porta a nuova creazione. Tra i flutti della storia la colomba
vola sulle acque del diluvio (cfr. Genesi 8, 8-14). I consacrati e le
consacrate nel segno del Vangelo da sempre pellegrini tra i popoli vivono la
loro varietà carismatica e diaconale come «buoni amministratori della
multiforme grazia di Dio» (1 Pietro 4, 10); segnati dalla Croce di Cristo fino
al martirio, abitano la storia con la sapienza del Vangelo, Chiesa che
abbraccia e risana tutto l’umano in Cristo.
Da: http://www.news.va/it/news/il-logo-dellanno-della-vita-consacrata
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