Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Il Verbo di Dio si fece embrione umano nel seno di Maria, la Vergine Madre.
E si compirono per lei i giorni del parto.
Batte il cuore del Bambino Gesù, accanto al cuore della sua Santissima Madre.
Ho riletto e trascrivo.
Inserisco foto pubblicate sulla rete telematica.
PIO
XII - LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS - SULLA DEVOZIONE AL
SACRO CUORE DI GESÙ
… occorre tener ben presente il motivo del culto di
latria che la Chiesa tributa al Cuore del Redentore divino.
… tale motivo è duplice. L’uno, cioè, che è comune
anche alle altre sacrosante membra del corpo di
Gesù Cristo, è costituito dal fatto che il suo Cuore, essendo una parte
nobilissima dell’umana natura, è unito
ipostaticamente alla Persona del Verbo di Dio; pertanto, esso è
meritevole dell’unico e identico culto di adorazione con cui la Chiesa onora la
Persona dello stesso Figlio di Dio Incarnato. Si tratta di una verità di fede
cattolica, essendo stata solennemente definita nei Concili Ecumenici di Efeso e
II di Costantinopoli. L’altro motivo, che appartiene in modo speciale al Cuore
del Divin Redentore, e che perciò conferisce al medesimo un titolo tutto
proprio a ricevere il culto di latria, risulta dal fatto che il suo Cuore, più di ogni altro membro del suo corpo, è
l’indice naturale, ovvero il simbolo della sua immensa carità per il genere
umano. « È insita nel Sacro Cuore, come osservava il Nostro
Predecessore Leone XIII di imm. mem., la qualità di simbolo e di espressiva
immagine dell’infinita carità di Gesù Cristo, che ci stimola a ricambiarlo col
nostro amore ».
… Colui che è
l’Unigenito del Padre e il Verbo fatto carne « pieno di grazia e di verità »,
essendosi avvicinato agli uomini, oppressi da innumerevoli peccati e miserie,
poté far scaturire dalla sua umana natura, unita ipostaticamente alla sua
Divina Persona, « una sorgente di acqua viva », che irrigasse copiosamente
l’arida terra dell’umanità e la trasformasse in giardino fiorente e fruttifero.
…
Il Verbo di Dio, infatti, non ha
assunto un corpo illusorio e fittizio, come già nel primo secolo dell’era
cristiana osarono affermare alcuni eretici, attirandosi la severa condanna
dell’apostolo S. Giovanni: «Poiché sono usciti per il mondo molti seduttori,
i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto nella carne. Questo è il
seduttore e l’anticristo »; ma Egli ha unito alla sua divina Persona una
natura umana individua, integra e perfetta, concepita nel seno purissimo di
Maria Vergine per virtù dello Spirito Santo. Niente dunque mancò alla natura
umana assunta dal Verbo di Dio; in verità, Egli la possedette senza alcuna
diminuzione, senza alcuna alterazione, tanto nei suoi elementi costitutivi
spirituali quanto nei corporali, vale a dire: dotata di intelligenza e di
volontà, e delle altre facoltà conoscitive interne ed esterne; dotata parimenti
delle potenze affettive sensitive e di tutte le loro corrispondenti passioni. È
questo l’insegnamento della Chiesa Cattolica, sanzionato e solennemente
confermato dai Romani Pontefici e dai Concili Ecumenici: « Integro nelle sue
proprietà, integro nelle nostre »; « perfetto nella Divinità ed Egli stesso
perfetto nell’umanità »; « tutto Dio (fatto) uomo, e tutto l’uomo (sussistente
in) Dio ».
Tuttavia, il fatto che il Verbo di Dio
abbia assunto una vera e perfetta natura umana, e si sia plasmato e quasi
modellato un cuore di carne, che, non meno del nostro, fosse capace di soffrire
e di essere trafitto, questo fatto, diciamo, se non è visto e considerato nella
luce, la quale emana non solo dall’unione ipostatica e sostanziale, ma anche
dalla verità della umana Redenzione, ch’è, per così dire, il complemento di
quella, potrebbe ad alcuni apparire « scandalo » e « stoltezza »,
come infatti tale sembrò « Cristo Crocifisso » ai Giudei e ai
Gentili(41). Orbene, i Simboli della fede, perfettamente concordi con le Divine
Scritture, ci assicurano che il Figlio Unigenito di Dio ha assunto la natura
passibile e mortale in vista principalmente del Sacrificio cruento della croce,
che Egli desiderava offrire allo scopo di compiere l’opera dell’umana salute. …
Ma, se gli Evangelisti e gli altri scrittori
ecclesiastici non ci rivelano direttamente gli effetti vari che nel ritmo pulsante del Cuore del Redentore nostro, non meno vivo
e sensibile del nostro, dovettero indubbiamente produrre le passioni del
suo animo e il ridondante amore della sua duplice volontà, divina ed umana,
essi mettono però in evidenza l’amore e tutti gli altri sentimenti con esso
connessi, cioè: il desiderio, la letizia, la tristezza, il timore, l’ira,
secondo che si manifestavano attraverso il suo sguardo, le parole, i gesti. …
A buon diritto, dunque, il Cuore del Verbo Incarnato
è considerato come il principale simbolo di quel triplice amore, col quale il
Divino Redentore ha amato e continuamente ama l’Eterno Padre e l’umanità. Esso, cioè, è anzitutto il simbolo dell’amore, che Egli ha
comune col Padre e con lo Spirito Santo, ma che soltanto in Lui, perché Verbo
fatto carne, si manifesta attraverso il fragile e caduco velo del corpo umano,
« poiché in Esso abita corporalmente
tutta la pienezza della Divinità ». Inoltre, il Cuore di Cristo è il simbolo di quell’ardentissima carità,
che, infusa nella sua anima, costituisce la preziosa dote della sua volontà
umana e i cui atti sono illuminati e diretti da una duplice perfettissima
scienza, la beata cioè e l’infusa. Finalmente — e ciò in modo ancor più
naturale e diretto — il Cuore di Gesù è il simbolo del
suo amore sensibile, giacché il corpo
del Salvatore divino, plasmato nel seno castissimo della Vergine Maria per
influsso prodigioso dello Spirito Santo, supera in perfezione e quindi in
capacità percettiva ogni altro organismo umano. …
… e meditare i battiti
del suo Cuore, con i quali sembrò che Egli
misurasse gli attimi di tempo del suo pellegrinaggio terreno, fino al supremo
istante, in cui, come ci attestano gli Evangelisti: « Gesù, dopo aver
di nuovo gridato con gran voce, disse: È compiuto. E chinato il capo, rese lo
spirito ». Fu allora che il battito del suo Cuore si arrestò, e il suo
amore sensibile rimase come sospeso fino all’istante della Risurrezione
gloriosa. Unitasi quindi nuovamente l’anima del Redentore vittorioso
della morte al suo corpo glorificato, il Cuore suo
Sacratissimo riprese il suo battito regolare e da
allora non ha mai cessato né cesserà di significare, con ritmo ormai divenuto per sempre calmo e
imperturbabile, il triplice amore che vincola il Figlio di Dio al suo
celeste Padre e all’intera comunità umana, di cui è, con pieno diritto, il
Mistico Capo. …
Palpita d’amore il Cuore adorabile di Gesù Cristo, all’unisono
con il suo amore umano e divino,
allorché, come ci rivela l’Apostolo, non appena la Vergine Maria ha pronunziato
il suo magnanimo « Fiat », il Verbo di Dio: « entrando nel mondo,
dice: “Tu non hai voluto sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo:
olocausto anche per il peccato tu non gradisti: allora dissi: — Ecco io vengo —
(giacché di me si parla all’inizio del libro) — per compiere, o Dio, la tua
volontà ”… E in questa volontà noi siamo
santificati per l’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre
».
Palpitava
altresì d’amore il Cuore del Salvatore, sempre in
perfetta armonia con gli affetti della sua volontà umana e con il suo amore
divino, quando Egli intesseva celestiali colloqui con la sua dolcissima Madre, nella casetta di
Nazaret, e col suo padre putativo Giuseppe,
cui obbediva prestandosi come fedele collaboratore nel faticoso mestiere del
falegname …
Ma anche Maria, l’alma
Madre di Dio e Madre nostra amantissima, è un dono preziosissimo del
Cuore Sacratissimo di Gesù. Era giusto, infatti, che Colei, che era stata la
Genitrice del Redentore nostro secondo la carne, ed a Lui era stata associata
nell’opera di rigenerazione dei figli di Eva alla vita della grazia, fosse da
Gesù stesso proclamata Madre spirituale dell’intera
umanità. …
Dopo che il Salvatore nostro ascese al
cielo e si assise alla destra del Padre nello splendore della sua umanità
glorificata, non ha cessato di amare la
Chiesa, sua sposa, anche con quell’ardentissimo amore, che palpita nel suo
Cuore. ...
È necessario quindi tener sempre presente in questo
così importante ma altrettanto delicato argomento, che la verità del simbolismo
naturale, in virtù della quale il Cuore fisico di Gesù entra in un nuovo
rapporto con la Persona del Verbo, riposa tutta sulla verità
primaria dell’unione ipostatica; intorno a cui non si può nutrire alcun
dubbio, se non si vogliono rinnovare gli errori, più volte dalla Chiesa
condannati, perché contrari all’unità di Persona in Cristo, nella distinzione e
integrità delle due nature.
Poiché, se da un lato il Nostro animo è vivamente
addolorato dallo spettacolo della tiepidezza dei buoni, sedotti dai falsi amori
del secolo che raffreddano e finalmente estinguono la fiamma della divina
carità nei loro cuori, dall’altro è ancor più rattristato nel rimirare le
macchinazioni degli uomini empi, i quali, più che per il passato, sembrano
eccitati dal nemico stesso infernale nel loro implacabile ed aperto odio contro
Dio, contro la Chiesa,
e specialmente contro Colui, che del Divin Redentore è sulla
terra il legittimo Vicario e il rappresentante della sua carità presso gli
uomini, secondo la ben nota sentenza del Vescovo e Dottore
della Chiesa di Milano: «(Pietro) è infatti interrogato su ciò di cui gli
altri potevano dubitare, ma il Signore non dubita; il quale interroga non per
imparare, ma per insegnare a colui che, dovendo Egli salire al Cielo, lasciava
a noi come vicario del suo amore ».
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