Tralci dell'unica VITE ...



Ma “voi avete per padre il diavolo”. Hanno scelto un’altra paternità spirituale. E questa è la conoscenza del male per gli esseri umani, che hanno rifiutato Dio Padre.
 



Tralci dell’unica Vite

Noi tutti, esseri umani, siamo parte dell’unico genere: il genere umano. Donne ed uomini, noi tutti siamo figli dei nostri progenitori: Adamo ed Eva.
 
Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra".
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti".
L’albero della conoscenza del bene e del male! Non è Dio, Bene Sommo. Non è il creato, che è buono.
Il bene: il paradiso, luogo degli angeli vittoriosi. Il male: l’inferno, il luogo degli angeli perdenti. Paradiso ed inferno: luoghi creati, abitati da creature puri spiriti, che hanno fatto la loro libera consapevole personale scelta per l’eternità. Gli uni conoscono il Sommo Bene; gli altri conoscono il male, che è la perdita eterna del Sommo Bene.
Il Signore Dio all’inizio aveva dato a noi, esseri umani, tutto l’universo. Tutto era nostro. Conoscevamo tutti gli alberi del giardino: nessuna legge della natura ci era nascosta, ci conoscevamo e conoscevamo. Contemplando la terra e il cielo, creati per noi, noi passeggiavamo con Dio. Coltivando l’universo, noi eravamo “creatori” e dominatori, con Dio.
 
Ma ad Adamo e ad Eva, e noi con e in loro, ciò non bastava. Una voce discorde attrae. “Non morirete … sarete come Dio”. Eva ha accanto a sè Adamo: ascoltano e mangiano. Quale frutto mancava loro? Non sanno forse che cosa è la morte?
Sì, lo sanno. Sono immortali, ma solo per dono gratuito di Dio. E lo sanno. Sanno che dovrebbero “morire”, perché dalla polvere sono stati tratti. Gli animali, che essi dominano, non sono immortali. Le piante e le erbe e i frutti, che loro mangiano, non sono immortali. Sanno che cosa è la morte fisica. Non conoscono la morte spirituale, della loro anima immortale.
Satana conosce la morte spirituale, conseguenza del suo peccato, conosce il male. Ma non conosce la morte, intesa come dissolvenza nel nulla dell’esistere del singolo essere, sia esso materiale o spirituale.
Gli Angeli sono immortali: la loro essenza è spirituale. Non possono crearsi, non possono creare, non possono annullare il loro essere, non possono ricondurre al nulla il loro esistere.
 
Forse il Diavolo desidera la morte, desidera non esistere più? Vuole forse possedere da sé la vita, mangiare il proprio frutto? Non vuole essere creatura. Questo è il male. E questo vuole fare conoscere ad Adamo e ad Eva e quindi a tutti noi.
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In quel discorrere in terra, di noi uomini e donne con il Serpente antico, scorgo la lotta in cielo: Michele e i suoi Angeli hanno vinto, non c’è più posto in cielo per Satana e i suoi Angeli e vengono precipitati in terra.

Ulteriormente e definitivamente vinti dal Salvatore Gesù Cristo, vengono precipitati dalla terra nell’inferno. Il Sangue di Gesù, sparso in Sacrificio sulla Croce, unico e santo Sacrificio che si rinnova sacramentalmente in ogni Santa Messa celebrata su questa terra, costringe Satana e i suoi Angeli a ritirarsi nel profondo del loro luogo. Lì saranno incatenati per l’eternità da quel Fuoco eterno, che è il Sangue divino di Gesù.
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E i dannati? Coloro che, pur lavati e salvati dal Redentore, lo rifiutano? Nell’inferno precipitano e precipiteranno per l’eternità. Sono comunque tralci dell’unica Vite, perché sono e restano parte della umanità redenta, figli comunque di Adamo ed Eva, figli comunque nel Figlio di Dio.
 
Ma in essi il Sangue del Fratello ucciso, l’Unigenito Figlio di Dio e di Maria Santissima, non scorre più come vita divina. Quel Sangue li brucerà in eterno, senza consumarli e senza annientarli. Creature amate, non sanno più che cosa è la vita e l’amore.
Ma sono e restano per sempre tralci dell’unica Vite, tralci staccati e senza linfa vitale. Non sono e non diventano code di demoni o ali di angeli. Sono parte dell’Umanità, decaduta con il peccato originale, redenta con il Sangue del Nostro Signore.
 
I dannati, dopo la morte e anche dopo la resurrezione finale dei morti, in eterno esisteranno nel male, conosceranno l'eterna mancanza di ogni bene e del Sommo Bene.

La VITE e i suoi tralci morti: inondati dal Sangue dell’Uomo-Dio, Fuoco eterno, che per loro brucia senza consumare, che per loro brucia senza riscaldare, che per loro brucia senza illuminare.
La VITE e i suoi tralci vivi: inondati dal Sangue dell'Uomo-Dio,
Fuoco eterno, che per loro è vita eterna.

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