Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che
mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita
del mondo.
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in
voi la vita. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue rimane in me e io in lui. Come
il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche
colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che
mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.
Mi domando come Gesù, vero uomo, ha
conosciuto e meditato, durante la sua vita terrena, sulla realtà di quello stesso
creato, che è stato fatto da Lui, vero Dio. Cioè mi domando se Gesù ha preso
conoscenza della natura fisica e metafisica delle cose per giungere
gradatamente alla scelta del pane e del vino.
Perché solo Lui poteva sapere e
conoscere la possibilità reale di fare sussistere, seppur miracolosamente, gli accidenti propri di una sostanza, come
quella del pane e del vino, senza la sostanza su cui inerire. E solo Lui poteva
avere la onnipotenza e la misericordia di Dio, in modo tale da far sì che il
suo stesso corpo umano, animato dalla sua anima individuale creata, corpo umano
in cui abita la divinità, possa essere realmente presente in ogni accidente di ciò che prima della consacrazione era pane
ed era vino. Ma in che modo? Secondo la sostanza, in modo di sostanza.
E’ la sostanza del corpo santo del
Nostro Salvatore, nato e morto e risorto per noi. Ma dove è ora questo santo
corpo divino? Ora è in cielo e siede alla destra del Padre. La sostanza è quel
corpo, anima e divinità di Gesù, vero uomo e vero Dio. Di Gesù, che è il Figlio
Unigenito del Padre, Dio da Dio, e che è il figlio della Vergine Madre Maria,
nato da donna nel tempo.
Ma che avviene durante la transustanziazione? Io ho capito così. Rimangono
le quantità e le relative qualità degli accidenti,
come la forma, il colore, il peso e il sapore del pane e del vino; ma le sostanze del pane e del vino cessano di
esistere. E solo Dio può annichilire ciò che è stato creato da Lui. E solo Dio
può fare subentrare una sostanza diversa, a modo di sostanza, accogliendo e
seguendo la quantità degli accidenti che sussistono senza la relativa sostanza
propria.
Mi piace immaginare Gesù che fin da
bambino osserva le cose che lo circondano, di cui si nutre, di cui vede il
ciclo vitale, che vede produrre dai suoi contemporanei, che vede fiorire dalla
terra e maturare al sole, che vede raccogliere e mettere a tavola, che gusta
mangiando e bevendo, che odora e che tocca.
Ha scelto il pane e il vino. E
colgo in questa scelta la magnanimità e la regalità del Re che imbandisce il
banchetto delle nozze del Figlio. Molti sono gli invitati, anzi tutti sono
invitati; anche se taluni non rispondono all’invito per le proprie nozze o i
propri poderi e beni; anche se qualcuno non possiede la veste nuziale.
Noi partecipiamo al banchetto delle
nozze del Figlio del Re. Partecipiamo. Siamo chiamati a far parte della gioia
del Nostro Signore. Partecipiamo. La
partecipazione.
Ricordo P. Tomas Tyn
e P. Giovanni Cavalcoli. Partecipazione: Dio è ciò che E’, come dice a Mosè, mentre
le cose create hanno l’essere per partecipazione; la grazia è Dio Stesso, dalla
parte di Dio, mentre è partecipazione alla stessa natura divina, come dice San
Pietro, dalla parte nostra e degli angeli.
Mi domando: nutrendoci della
Santissima Eucarestia noi, creature in grazia, partecipiamo alla stessa
sostanza di Gesù Cristo, Capo della Chiesa? Chiesa, che è il Corpo di Cristo?
Diventiamo il Corpo di Cristo, la Chiesa.

« Seguendo i
santi Padri, all'unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo
Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto
nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di
corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per
l'umanità, "simile in tutto a noi, fuorché nel peccato"; generato dal
Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi, per noi e
per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo
l'umanità. Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi
dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza
divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata
dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e
riunite in una sola persona e una sola ipostasi ».
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