mercoledì 13 febbraio 2019

C’è un’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro”.

C’è un’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro”. Se io domandassi a voi qual è l’assenza impressionante nel testo del “Padre nostro”? Non sarà facile rispondere. Manca una parola. Pensate tutti: che cosa manca nel “Padre nostro”? Pensate, che cosa manca? Una parola. Una parola che ai nostri tempi – ma forse sempre – tutti tengono in grande considerazione. Qual è la parola che manca nel “Padre nostro” che preghiamo tutti i giorni? Per risparmiare tempo la dirò io: manca la parola “io”. Mai si dice “io”.  
Gesù insegna a pregare avendo sulle labbra anzitutto il “Tu, perché la preghiera cristiana è dialogo: “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”. Non il mio nome, il mio regno, la mia volontà. Io no, non va. E poi passa al “noi. Tutta la seconda parte del “Padre nostro” è declinata alla prima persona plurale: “dacci il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal male”. Perfino le domande più elementari dell’uomo – come quella di avere del cibo per spegnere la fame – sono tutte al plurale
Nella preghiera cristiana, nessuno chiede il pane per sé: dammi il pane di oggi, no, dacci, lo supplica per tutti, per tutti i poveri del mondo. Non bisogna dimenticare questo, manca la parola “io”. Si prega con il tu e con il noi. È un buon insegnamento di Gesù, non dimenticatelo.
 PAPA FRANCESCO - UDIENZA GENERALE
Aula Paolo VI - Mercoledì, 13 febbraio 2019
Da: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2019/documents/papa-francesco_20190213_udienza-generale.html  

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